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omelia del maestro dell’ordine
fr. gerard francisco iii timoner
Santuario di San Domenico in Soriano
Soriano Calabro, venerdì 11 ottobre 2019
Soriano Calabro, venerdì 11 ottobre 2019
OMELIA DEL MAESTRO DELL’ORDINE
FR. GERARD FRANCISCO III TIMONER
Santuario di San Domenico in Soriano
Soriano Calabro, venerdì 11 ottobre 2019
«Noi domenicani dobbiamo servire la Chiesa con ciò che siamo: una comunione di fratelli».
Cari fratelli e sorelle,
ci riuniamo intorno alla tavola dell’Eucaristia per rendere grazie a Dio per il Dono della vocazione domenicana e il privilegio di predicare al mondo la santa Parola di Dio. Ringraziamo Dio anche per le persone che ci hanno ispirato e aiutato nel nostro ministero di predicazione in vari modi. Ringraziamo Gesù che ci manda a predicare il Vangelo a tutti.
Abbiamo sentito Gesù dire nel Vangelo di oggi: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra» (cfr. Lc 11,17). Le divisioni distruggono una comunità.
Ma la nostra Chiesa oggi soffre di divisioni. Il corpo di Cristo è ferito. Sembra che alcuni membri della Chiesa non riescano a capire che quando infliggono dolore agli altri membri, in realtà feriscono loro stessi. «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme», dice san Paolo (cfr. 1 Cor 12,26). Papa Francesco sa che le divisioni distruggono lentamente la Chiesa. In un’omelia di tre anni fa, aveva detto: «Il diavolo ha due armi potentissime per distruggere la Chiesa: le divisioni e i soldi. […] Le divisioni nella Chiesa non lasciano che il regno di Dio cresca; non lasciano che il Signore si faccia vedere bene, come è lui». E continua: «Le divisioni fanno che si veda questa parte, quest’altra parte contro di questa: sempre contro, non c’è l’olio dell’unità, il balsamo dell’unità»[1].
San Domenico e san Francesco vissero in un momento in cui la Chiesa – molto simile alla Chiesa di oggi – aveva un disperato bisogno di una nuova evangelizzazione. Non è difficile immaginare che entrambi i santi siano stati amici, perché entrambi sono amici di Cristo. Come papa Benedetto ha scritto nella sua prima enciclica Deus caritas est: «Esso consiste appunto nel fatto che io amo dio, in Dio e con Dio, anche la persona che non gradisco o neanche conosco. […] Allora imparo a guardare quest’altra persona non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo. Il suo amico è mio amico»[2]. Anche gli amici di Gesù devono essere amici l’uno dell’altro. La grazia dell’Eucaristia è comunione, e la Chiesa è «segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unione di tutto il genere umano»[3]. Quindi, costruire il Corpo di Cristo è costruire la comunione.
Se costruire il Corpo di Cristo è costruire la comunione, come aiutare a costruire la Chiesa, il Corpo di Cristo? In primo luogo, è importante rendersi conto che siamo solo “aiutanti” o “assistenti”. Il primo “costruttore” è il Dio trino, modello e fonte di comunione. Sappiamo che la teologia della comunione più semplice ma più profonda è la preghiera di Gesù per l’unità, che rivela la sua volontà e la sua missione: «Prego […] che siano tutti una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io in te. […] che il mondo creda che tu mi hai mandato» (cfr Gv, 17, 21;23). La nostra missione e la comunione fraterna costituiscono insieme la nostra natura e la nostra identità. La visione di Domenico per l’Ordine si manifesta chiaramente quando ha chiesto a papa Onorio III di fare una piccola ma significativa modifica nella Bolla del 21 gennaio 1217, cioè di cambiare la parola originale prædicantes (persone che predicano) in prædicatores sostanziale. Così, possiamo dire che la nostra missione non è innanzitutto ciò che facciamo, cioè predicare, ma chi siamo, cioè i predicatori.
Serviamo la missione di aiutare a costruire la Chiesa attraverso il carisma dato a Domenico e all’Ordine. Per essere un po’ più concreti, questo significa che un santuario o una parrocchia domenicana è quella in cui la comunione dei fratelli guida la comunione della comunità; un’istituzione accademica domenicana è quella in cui la comunione dei fratelli guida la comunità accademica nello studio, nell’istruzione e nella ricerca. Per essere realistici, la diversità e le differenze tra i fratelli potrebbero talvolta indebolire la comunione. Ma anche questo può diventare parte del nostro servizio profetico alla Chiesa e alla società: è possibile avere differenze e rimanere fratelli, è possibile dissentire senza rompere la comunione. Aiutiamo a costruire la Chiesa, il Corpo di Cristo, essendo una comunione di fratelli. Amen!
[1] Papa Francesco, Meditazione quotidiana nella Cappella Domus Sanctæ Marthæ: «Alla radice dell’unità», lunedì 12 settembre 2016.
[2] Benedetto XVI, Lettera Enciclica, Deus caritas est, n. 18, Roma, 25 dicembre 2015.
[3] Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, Lumen gentium, n. 1.
Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
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